Fronti opposti...

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    Elynn K. Connelly



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    Ci sono cose che non cambiano mai, ed una di queste era il Lago Nero, su cui il grande castello di Hogwarts si specchiava.
    Elynn aveva vissuto in quel luogo per sette lunghi anni, sette anni che l'avevano vista crescere, maturare, cambiare, soffrire e gioire.
    Non ricordava neanche più quante volte aveva riso, pianto o semplicemente guardato nel nulla, di fronte a quell'immensa distesa d'acqua dolce.
    Erano i primi di agosto, faceva caldo, ma un caldo particolarmente forte se si contava che erano i Gran Bretagna. E, anche quel giorno, l'afa non mancava. Tuttavia, ogni tanto, una leggera brezza tipicamente inglese, sollevava i vestiti, scompigliava i capelli e dava respiro.
    Era tornata ad Hogwarts per caso.
    Si trovava ad Hogsmede per delle spese, e non aveva saputo resistere. certo quella era una fortezza di Voldemort praticamente, ma era anche la sua scuola. Il luogo che i suoi genitori le avevano insegnato ad amare. Così si era trovata a varcare i cancelli senza quasi rendersene conto.
    La purezza del suo sangue e il suo essere ex allieva, le permisero di varcare i limiti senza nessun problema.
    Passeggiò per diversi minuti prima di decidersi a raggiungere la grande quercia che si stagliava a pochi metri dalle rive del lago. Quel grande albero che aveva raccolto, tra le sue radici, milioni di pensieri che uscivano dalla mente della giovane bionda.
    Indossava una veste azzurro cielo, un paio di ballerine e i capelli erano acconciati in una coda alta. Come sempre raffinata, elegante, ma con un tocco di semplicità.
    Evocò una grande coperta e la adagiò sul prato prima di prendervi posto, piegando le gambe di lato e appoggiando la schiena al grande tronco.
    Sospirò.
    Quel luogo, un tempo guida del Bene e faro nella notte per coloro che volevano affrontare la pazzia di Voldemort, ora era uno dei suoi templi protetti. Com'era possibile che così tanta gente si fidasse di uno psicopatico con simili idee di grandezza?!
    Sospirò.
    Pensò a una notte di poche settimane prima, che l'aveva vista protagonista di un'avventura con Dolohov. Dio ma com'era stato possibile?! E com'era stato possibile che le fosse piaciuto?!
    Merlino.
    Doveva farsi vedere... E da uno bravo!

     
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  2. Mary T.
     
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    Rowan Neala Hamilton




    Hogwarts
    Centro nevralgico dell'istruzione magica.
    Da secoli.
    Da sempre il castello si stagliava silenzioso e imponente, ergendosi a vate del sapere magico.
    "E' stato usurpato" si sentiva ultimamente, " Hanno negato il più basilare dei diritti, l'istruzione" dicevano timide voci non ancora soppresse, "Si sono impossessati senza diritto di un istituzione!". Le voci incalzavano sempre di più in quel periodo, testimoni vivide di uno scontento che serpeggiava nel mondo magico.
    Ma si sbagliavano, si sbagliavano tutte!
    Il castello era finalmente stato restituito nelle mani di coloro che detenevano il diritto di esercitare la magia. Il castello era finalmente stato riconquistato da coloro per i quali era stato costruito secoli fa. Ed in quel periodo, più che in ogni altro nella sua storia dalla morte dei quattro fondatori, ospitava maghi degni essere chiamati tali!
    Questi erano i pensieri della giovane purosangue che stava varcando l'imponente entrata principale, dirigendosi all'aria aperta. Ironico come quelle stanze, quelle sale e tutti quei segreti fossero stati aperti, per così tanto tempo, a tutta quella feccia e ai loro sostenitori. Era ironico come il castello possedesse tra gli incantesimi più potenti del mondo per proteggerlo ad occhio babbano, quando si permetteva ai babbani, ladri e usurpatori, di passeggiare liberamente tra quelle centenarie sale e violarne i più reconditi segreti.
    Ma non era venuta per alimentare il suo rancore, solo per parlare con un professore; il suo diploma se l'era già conquistato due anni prima, ora toccava ai fratelli minori fare altrettanto, e tra le sue mansioni di primogenita, spettava anche aiutarli e farli aiutare dai suoi stessi professori nelle materie in cui erano carenti.

    Finito il suo compito, decise che era troppo presto per tornare a Londra, e , tutto sommato, un giretto all'aria aperta, godendosi quell'ultimo caldo estivo, poteva anche permetterselo. Fu così, che con il solito incedere elegante e misurato, calcolava con precisione le falcate che la separavano dall'entrata al lago oscuro; quel lago di cui, per 7 anni, ogni sera, aveva sondato le indicibili profondità dalla finestra della sua camera nei dormitori di Serpeverde. La morbida chioma vermiglia dondolava dolcemente ad ogni passo, mentre l'agghiacciante sguardo si ergeva, giudice e fiero, direzionato davanti a sé. Indossava un leggero mantello verde scuro di stimabile fattura, e un lungo vestito di seta verde bottiglia che, con la sua scollatura a cuore, le lasciava scoperte le spalle sinuose. Allo stesso modo lo sguardo era sottolineato da un trucco nero, conturbante ma non troppo.

    Finalmente i suoi lunghi passi la portarono sulle rive del lago. Vi si posizionò fin quasi dove l'acqua non le lambisse l'orlo del vestito e con lo sguardo che scrutava imperscrutabile l'infinito, disse:

    Casa, mi manchi...

    Non si era accorta della presenza di Elynn esattamente di fianco a lei, perché l'ombra dell'albero la nascondeva alla sua vista, e quindi disse la sua frase ad alta voce, come se conversasse confidenzialmente con il lago.
     
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    Elynn K. Connelly



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    Se avesse dovuto contare le persone di cui si fidava all'interno della scuola, avrebbe usato poco più delle dita di una mano.
    Sfortunatamente, la maggior parte delle famiglie purosangue che mandavano i figli ad Hogwarts, erano ferree sostenitrici di Voldemort e della sua cricchia di simpatici torturatori di anime.
    Per questo aveva pochi veri amici. Ma molti, moltissimi, conoscenti.
    Era famosa un po' per il cognome che portava ed un po' per le straordinarie capacità di studentessa e duellante ,che, l'intera scuola, aveva ammirato fin dalle prime settimane in cui una piccola e dolce Elynn Connelly ne aveva varcato gli ingressi.
    Per questo in tanti la conoscevano e in molti facevano finta di esserci amico. Il che li rendeva ridicoli e patetici, agli occhi della ragazza.
    Fece scrocchiare il collo, con un gesto morbido e fluido, prima di sentire una voce non troppo lontana da lei.
    Una voce femminile, che la fece voltare leggermente.
    E lì, a pochi passi da lei, vi era un'ex compagna, di un anno più grande: La Hamilton.
    Una di quelle persone iper convinte della superiorità del sangue puro, della correttezza dello sterminio dei babbani e, ovviamente, grande fan del Mago Oscuro più potente degli ultimi decenni.
    Incredibile come la fortuna possa assisterti, vero Connelly?!
    Tuttavia, il galateo impartitole dalla famiglia, e le apparenze che doveva, sempre, mantenere, la costrinsero a sorridere leggermente.
    Dopotutto la sua mente continuava a rimuginare su un certo DA molto interessante, una conversazione con una futura loro sostenitrice non avrebbe certo cambiato le cose!
    Si schiarì la voce per avvertire la ragazza della presenza di qualcuno. L'aveva sentita in un momento privato, probabilmente di quelli che non si fanno sentire a nessuno... Non era il caso di passare come un'origliante.
    Hamilton, bentornata.
    La voce era chiara, gentile ed educata. Da perfetta nobildonna, dopotutto.
     
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  4. Mary T.
     
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    Lo sguardo color ghiaccio era perso nella contemplazione del Lago;sembrava quasi che quelle acque così scure e misteriose avessero incatenato i suoi occhi con una qualche magia. La superficie liscia e silenziosa era increspata sporadicamente solo dal movimento di qualche pesce che fuggiva veloce. Era esattamente quella la sua idea di grandezza: maestosità e silenzio, erano quelle le caratteristiche che rendono gli uomini grandi, degni di fama e rispetto; non come quei dannati ribelli che per attirare a loro un po' di seguito dovevano starnazzare come oche a passeggio.
    Un giorno, anche lei sarebbe diventata grande.
    Rimase a fissare il Lago per un paio di altri minuti interminabili, in silenzio. Sembrava quasi stesse cercando di mettersi in contatto con lui, d'altronde è stato uno dei suoi più fedeli amici nei sette anni trascorsi qui.
    Perchè un lago come amico?
    In effetti potrebbe suonare alquanto bizzarro, ma Rowan Neala di amici ne aveva molto pochi. Non che ne volesse comunque, come ripeteva sempre sua nonna:
    "Non bisogna avere amici, ma solo seguaci, e i tuoi sottoposti, in quanto tali non possono esserti amici. Le condizioni paritetiche non ti garantiscono lealtà, ma la sottomissione, il sovrastare la gente con la paura, quello sì che ti garantirà una cieca lealtà e un asservimento senza eguali.".
    Tuttavia, per quanto solitaria fosse, un paio di amici li aveva comunque. Altezzosa e silenziosa non spingeva nemmeno gli altri studenti a conoscerla,e a lei andva bene così.

    Fu in un non ben precisato momento tra le sue elucubrazioni mentali, che si accorse di una voce di fianco a lei. Si voltò leggermente, mostrando un po' di sorpresa nell'essere stata chiamata da qualcuno. Le ci vollero un paio di secondi prima che lo sguardo si ambientasse all'ombra dell'albero sotto la quale stava Elynn. Poi la riconobbe:

    Connelly! Disse atona Non hai preso il diploma l'anno scorso? Pensavo avessi solo un anno in meno di me.
    Aggiunge, non capacitandosi del perchè un'altra ex allieva, per di più con le sue capacità magiche, dovesse bazzicare per Howarts ancora dopo aver finito.

    Si ricordava di Elynn, non erano mai state amiche, forse conoscenti; sta di fatto che quando frequenti una scuola con così poche persone finisci per conoscere tutti anche non volendolo. Ricordava la brillante carriera che la bionda aveva fatto all'interno della scuola, ricordava anche la sua capacità di duellare, cosa in qui Rowan Neala non aveva mai dato sfoggio di grande bravura. Le sembrava ieri quando sentiva elogiare dai professori gli studenti più promettenti, tra cui anche l'erede Connelly. Sembrava fosse brava praticamente in tutto, o così appariva. Ma sì sa, non sempre le cose che si vedono sono quelle a cui bisogna dare più credito. Anche Rowan era brava in qualcosa, ma non solo brava, veramente eccelsa; solo che questa cosa non si poteva vedere, perchè era capace di serpeggiarti nella mente senza che tu te ne accorgessi. Lei aveva il dono del Legimens e dell'Occlumens; non erano capacità che si potevano mostrare così apertamente, ma potevano anche stravolgere le sorti di un intera battaglia.

    Sempre bello il Lago, vero?

    Domandò poi alla Connelly con un filo di malinconia nella voce.
     
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    //OT: non per fare la guastafeste, ma Mary ricordati che il colorato va solo per il discorso diretto o al massimo per i pensieri. Non per altre parole, per quelle c'è il grassetto o il sottolineato se proprio ti serve.

    E per quanto riguarda l'occlumanzia e la legilimanzia sono capacità che devi prima concordare con lo staff e darne una valida motivazione.

    Grazie.
     
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    Elynn K. Connelly



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    Non che le stesse antipatica, in realtà non la conosceva poi tanto bene. Eppure quella ex compagna aveva negli occhi quella luce strana, quella che lei aveva imparato a riconoscere come opportunismo, desiderio di potere e supponenza.
    Il che, in effetti, per una Serpeverde, era un grande traguardo.
    Lei stessa, osservandosi allo specchio, vedeva quelle caratteristiche. Ma nei suoi occhi chiari, le persone di cui si fidava, vedevano altro, molto altro, praticamente un altro mondo. Ciò poteva essere entusiasmante o traumatico, a seconda di chi aveva dinnanzi.
    Mi sono diplomata un mese e mezzo fa.
    Ma ho pensato di fare una capatina a casa.
    Ogni tanto aiuta.

    Fece un sorriso leggero, più a se stessa che alla sua collega e tornò a fissare il lago.
    La sua vita era ad un bivio, grosso come una casa e quel luogo era l'unico che le desse un minimo di sicurezza emotiva. Chissà perchè poi.
    Hogwarts... Ricordava come i suoi l'avevano descritta, com'era prima del grande trionfo di Voldemort. Era un mondo diverso allora, un mondo quasi normale.
    Allontanò i pensieri che le vorticavano nel cervello, ma che mai erano apparsi sul volto regale della biondina.
    Credo che avrà sempre qualcosa di mistico. E' una calamita per chiunque sia stato in questa scuola.
    Come poteva non essere così infondo?
    Quanti baci, amori ed amicizie aveva riflesso quello specchio d'acqua?
    Quante lacrime, odi e liti aveva nascosto?
    Era una sorta di confessionale. L'intero corpo studentesco vi si rifugiava almeno una volta al giorno.
    Ma non era il caso di fare i sentimentali. Non troppo, non sempre, non con una come la Hamilton.
    Hai già iniziato l'Accademia?
    Immaginava che sarebbe finita a fare la D-Auror. Date le sue convinzioni così ferme.. Chissà.. forse lo conosceva anche...
    Cristo Connelly DATTI UNA REGOLATA.
     
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