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    “The usual..Danger, insane plans... you know, the stuff that runs in our family.”

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    Harry Potter




    Sforzati. Non mollare. So che fa male, ma devi andare avanti. Ne hai passate di peggio.
    Frasi che oramai avevo sentito all'infinito, che continuavano a seguirmi e da un paio di settimane a questa parte che albergavano anche nei miei sogni, trasformandoli in incubi da cui mi risvegliavo sudato e tremante, mentre rivedevo un'insieme di ricordi non ben definiti, ma totalmente inquietanti. L'unica costante erano un paio di occhi grigi pieni di odio e delusione.
    Per quanto mi sforzassi, però, non riuscivo mai a collegarli ad un viso prima che questi svanissero, sciogliendosi come brina al sole, e lasciandomi solo un senso di malessere.
    Finalmente ero stato dimesso dall'ospedale, la fisioterapia procedeva alla grande, e avevo nuovamente quell'autonomia che mi mancava. Potrà sembrare scontato, ma potersi alzare da soli da un letto per prendere un bicchiere d'acqua è bellissimo. Anche se le ore di ginnastica occupavano gran parte della mia giornata, ed in seguito ero talmente stanco che non potevo fare molto altro che mettermi a dormire, aspettando che Morfeo arrivasse a portarmi nell'oblio che, puntualmente, si trasformava in altro.
    L'alba era una buona compagna e da settimane ormai ero sempre sveglio, mentre il sole si alzava sul quel posto sperduto dove vivevamo.
    Con fatica e utilizzando molta attenzione mi alzai dal letto, afferrai le stampelle e mi diressi al bagno. Non avevo fatto nemmeno in tempo ad afferrare lo spazzolino che sentii la porta di casa aprirsi, seguita da un 'Ehi' pronunciato dall'apprendista medimago che veniva a prelevarmi per andare alle visite fissate nell'infermeria, dove venivo rivoltato come un calzino, e osservato a fondo. Se fosse andato tutto come doveva, non sarebbe mancato molto all'ultima visita e alla fine di quella tortura.
    'In bagno' risposi, per poi tornare a concentrarmi sulla routine mattutina.
    Un quarto d'ora ed un paio di imprecazioni dopo ero pronto, vestito con dei semplici pantaloni di tuta e una maglietta rossa, e una decina di minuti dopo ero all'interno dell'ospedale, circondato da gente indaffarata.
    Piano e attento a non urtare nulla mi diressi in un angolo appartato, semi nascosto dalla vista degli altri da un separè mezzo aperto. Forse fu per quello, forse fu per la dedizione con cui osservai solo a terra, non mi accorsi che il letto dietro al divisorio era occupato.
    Stavo già per scusarmi frettolosamente, quando notai esattamente CHI era disteso. Draco Malfoy.


    Edited by -keyra black- - 11/1/2014, 01:04
     
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    dracoscritta_zpsc8462c88

    Vaffanculo a me e alle mie idee del cazzo!
    Cosa mi era saltato in testa?
    Ma sì andiamo a fare una scampagnata al Manor con una ragazzina, senza appoggio tattico e portiamoci dietro pure Herm; e mentre siamo lì, per non farci mancare niente, prendiamoci una cazzo di maledizione al posto della Granger, comportandomi come un Cogliondoro, giusto per non farci mancare niente.
    Eravamo tornati a casa per miracolo, e solo grazie a Sophia, solo per arrivare al Campo e beccarci la più colossale strigliata di tutti i tempi! Io ero stordito dalle pozioni e dalla perdita di sangue per cui avevo ascoltato solo parte del delirio di Severus e Sirius per una volta d'accordo, ma sapevo che gli altri erano davvero stati ripresi in modo magistrale e puniti in qualche modo.
    Speravo di essermela scampata, ma poi Mark era venuto a recuperarmi in Infermeria e si era incazzato come una iena e dato che è un colosso tutto muscoli di un metro e novanta era stato uno spettacolo abbastanza pauroso... E vagamente intrigante.
    Ma poi aveva lasciato perdere e aveva sorriso commentando che quello sfregio che avevo sulla spalla e parte del petto era già un bel promemoria e una bella punizione...
    A volte aveva un modo piuttosto Slytherin di pensare; e comunque aveva ragione: quella ferita non voleva saperne di guarire e chiudersi come si deve, nè con la magia nè con i metodi babbani e da medico sinceramente non sapevo più che pensare.
    Herm ovviamente si era sciolta in lacrime e ringraziamenti, e persino Ron era passato a ringraziarmi; poi erano venuti i tre grandi capi e Sev si era comportato da burbero incazzato ma io sapevo che era solo preoccupato. Anche i miei bimbi sperduti erano passati a trovarmi per farsi leggere una storia...
    L'unico che non si era visto era Potter, e dire che era ad un paio di letti da me...
    In tutto questo, Mark era sempre rimasto vicino a me con il suo sorriso buono e le sue battute acide ed era stato confortante; era estremamente semplice stare con lui e Merlino solo sapeva quanto avessi bisogno di cose semplici.
    Ero tornato a casa dopo quattro giorni, con il braccio che non collaborava, sperando di riuscire a farlo cicatrizzare alla babbana; quella sera stessa Mark mi aveva baciato, ed anche quello era stato semplice, come rilassarsi dentro un piumone morbido.
    Non che ci fosse stato di più nei giorni seguenti, un po' per il braccio, un po' perchè lasciarsi andare di più per me era davvero complicato, ma io e Mark eravamo ok.
    Dopo un paio di settimane dal ritorno il braccio stava cominciando a cicatrizzarsi piano piano e Cath voleva vedermi dato che non potevo essere il medico di me stesso, sperando che potessi finalmente piantarla con le Rimpolpasangue.
    Andai al mio solito lettino e mi ci sdraiai sopra sempre attento al braccio che dovevo tenere appeso al collo, chiudendo gli occhi e godendomi il silenzio in attesa di Cath che aveva un'emergenza fuori dall'ospedale; dopo non so quanto sentii grattare il paravento che veniva leggermente spostato e sapevo che non era Cath, perchè lei difficilmente stava zitta in Infermeria...
    Stranamente il mio primo pensiero andò a Mark, e sorrisi storto, tenendo gli occhi socchiusi, parlando con voce morbida di sonno.
    Ehi.
    Catherine non è ancora arrivata, ha avuto problemi fuori.
    Ma penso ti concederò di tenermi compagnia, Mark...

    Sorrisi, il divertimento e la presa in giro facilmente intuibili, ma poi un pensiero filtrò in quello strano dormiveglia: Mark sarebbe stato via fino al giorno dopo, quindi chi diavolo...
    Aprii gli occhi di scatto trovandomi davanti l'ultima persona che potevo pensare: Harry Potter in tutto il suo eroico splendore corredato di stampelle.
    La mascella si serrò, il sorriso scomparve e il tono divenne gelido.
    Potter.
    Ti serve qualcosa?

     
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    Harry Potter




    harry_zps0bb7ce67

    Ammetto di essere andato, forse, magari giusto un tantino, in panico.
    Già sentivo gli occhi sgranarsi, a malapena nascosti dai perenni occhiali rotondi che portavo da una vita. Mi bloccai, lo sguardo fisso sul biondo seduto sul letto, mentre questo parlava, probabilmente scambiandomi per qualcun altro.
    Fu un bene, perchè già sentivo la battutaccia a cui sarei andato in contro se si fosse accorto subito della mia presenza. Presenza alquanto sbigottita, se posso aggiungere. Mentre prestavo poca attenzione alle sue parole, la mia mente vagava a mille all'ora, cercando di capire cosa fare.
    Restare? Sgattaiolare via facendo finta di niente? Parlare e dirgli che ero io?
    Scartai subito la seconda, non potendo fare una ritirata alla svelta, essendo ancora molto impacciato con quelle diavolo di stampelle con cui ero costretto a camminare. Stringendo maggiormente la presa sui sostegni, tanto da sbiancarmi un pò le nocche, decisi di fargli noto fossi io e non qualcun'altro.
    La nostra ultima discussione non era finita per niente bene, anzi. All'inizio biasimavo il biondo, ma dopo tanto tempo passato solo, le notti in bianco, e i dolori, avevo capito che la colpa, in maggior parte era mia. Non che avrei reso partecipe l'altro della mia scoperta. Probabilmente ci era arrivato molto prima di me, e avrebbe approfittato per delle battutine totalmente meschine e 'serpeverdi'. O forse ero solo io che vivevo ancora nel passato, ed ero troppo sconcertato da questo 'nuovo' Malfoy, da non sapere come avrebbe reagito, nemmeno alla lontana, ma troppo spaventato da aprirmi per scoprirlo. Dio, queste cose erano troppo complicate! E non avevo esperienza. Con Ginny era stato tutto così confuso, veloce ed inaspettato, pieno di ostacoli e problemi troppo grandi per i due ragazzini che eravamo, che ora non sapevo come comportarmi, o, ancora peggio, non sapevo cosa provavo.
    Stavo prendendo un respiro profondo, pronto a salutarlo che fui interrotto ancora prima di iniziare dall'ultima frase di Malfoy.
    Chi accidenti era Mark?
    Fu così che mi trovai con quei due straordinari occhi grigi che mi fissavano, mentre i miei verdi passavano da sbigottimento, ad una scintilla di gelosia, a dolore.
    Merda.
    Evidentemente non era il mio giorno fortunato.
    Il biondo passò ad uno sguardo talmente gelido che mi fece male. Cercai di non darlo a vedere, ma mi ferì. Chiusi la bocca, mentre le parole gelide dell'altro mi ricoprivano, facendomi sentire ancora più meschino per ciò che era successo settimane prima. Deglutii, mentre cercavo le parole.
    Malfoy quasi balbettai, evitando il suo sguardo, Io.. come stai? chiesi, mentre, finalmente, trovavo il coraggio per affrotnare quegli occhi glaciali. Allentai la presa sulle stampelle, quasi tentato di mollarne una e aggiustarmi gli occhiali. Gesto inutile, ma sentivo il bisogno di muovermi per sbloccare quella situazione.
     
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    dracoscritta_zpsc8462c88

    Anche se il mio tono era stato freddo e piatto, dentro di me rivedere Harry dopo tutto quello che mi aveva vomitato addosso mi faceva male.
    Le parole "Mangiamorte una volta, Mangiamorte per sempre" e "finocchio pomposo", per non parlare di "Purosangue frigido", ancora rimbombavano nella mia testa, a ripetizione, soprattutto con quegli occhi dannatamente verdi davanti a me.
    Occhi che per un momento persero la loro solita opacità e stanchezza per mostrare quello che sembrava dolore, pena... E potevo anche capirlo data la disastrosa situazione delle sue gambe, anche se adesso sembrava andare meglio.
    Solo a ricordare come erano le sue gambe quando lo avevo portato in infermeria, un paio di letti più in là di quello dove ora mi trovavo io, mi si stringeva lo stomaco, perchè davvero era un puzzle di ossa.
    Ed ora dopo la sua sfuriata di umore nero "non ce la farò mai a camminare, in qualche modo è colpa tua, Malfoy", eccolo a saltellare sulle stampelle, in piedi.
    Dopotutto, non si chiama Bambino Sopravvissuto per nulla, no?
    Anche se ora è un uomo.
    Anche se continua a sopravvivere e non a vivere e Voldemort così ha già vinto.
    Ma no, non sono più affari miei, mi vieto anche solo di pensarci! Ora devo pensare a Mark, e al godermi quel qualcosa che non so cos'è ma che almeno non è complicato.
    Malfoy. Io.. come stai?
    Non fu difficile fulminarlo con lo sguardo anche dalla posizione più bassa e svantaggiata che avevo; davvero poteva essere così idiota? Sono in un ospedale da campo, con un braccio attaccato al collo ed una garza che, dannazione, ancora non riesce a non essere insanguinata, e tu mi chiedi come stai?
    Quella cicatrice deve davvero avergli danneggiato il cervello, non c'è altra spiegazione!
    Benissimo, Potter.
    Sono qui in infermeria perchè queste barelle sono così comode che non potevo resistere!

    Lo so che il sarcasmo è la più bassa forma di umorismo ed arguzia, ma con gente così in quale altro modo potevo farmi capire?!
    Mi tirai lentamente su per sedermi in modo più composto, soffocando un gemito ed una maledizione quando la spalla toccò il materasso dietro di me e il movimento seppur impercettibile lanciò una stilettata di dolore fin nel mio già stanco cervello.
    Senti Potter davvero, che cosa vuoi?
    Non sembravi felice della mia compagnia l'ultima volta...
    Mi ricordo qualcosa a proposito di "questo non è il tuo posto, resti sempre uno sporco Mangiamorte."
    Ci siamo evitati per gli ultimi quattordici anni, che ne dici di continuare così?!

    Rivivere quelle parole ad alta voce faceva male, ma nessun segno di debolezza o dolore poteva vedersi sul mio volto. Con Potter non potevo permettermelo.
    Non più.

     
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    Harry Potter




    harry_zps0bb7ce67

    Per una buona parte della mia vita ero stato protetto. Certo, ero anche costretto a vivere in un sottoscala, ma ero pur sempre dentro una casa, senza gente pazza che cercava di ammazzarmi dietro ogni angolo. Poi era arrivata Hogwarts, magica, fantastica, semplicemente perfetta. Un sogno diventato realtà, dove potevo essere me stesso, trascorrere del tempo con gente come me, e dove, finalmente, avevo una vera famiglia.
    Naturalmente era andato tutto a rotoli, ma avrei dovuto aspettarmelo. Sono il-bambino-che-è-sopravvissuto, in nessun caso la mia vita sarebbe stata normale.
    Ma mai, prima di quella volta, avrei voluto voltare le spalle a chi avevo davanti e scappare con la coda tra le gambe, mandando a quel paese il mio orgoglio Grifondoro ed essere semplicemente un uomo con delle insicurezze. Cosa impossibile, a quanto pareva. Con le stampelle ed il mio incedere ancora goffo non avrei fatto nemmeno 3 passi prima di far cadere qualcosa. Bella beffa davvero.
    Così feci appello a tutto il coraggio che potevo trovare in quel corpo ormai stanco di lottare, e mi ostinai a sostenere lo sguardo gelido di Malfoy, mentre mi gettava addosso parole gelide. Fui quasi sollevato dal suo sarcasmo. In fin dei conti era una bella cos, no? Stava parlando, non mandando incantesimi di attacco a raffica. Ed il sarcasmo si può sempre ignorare.
    Cosa che feci, approfittandone per ricompormi dallo stupore per essermi ritrovato in quella situazione.
    Il fatto che poi mi sentissi anche in colpa, tremendamente in colpa, non aiutava per niente.
    Deglutii, mentre mi venivano ricordate tutte le cattiverie che gli avevo vomitato contro in quel mio momento di frustrazione, usando il biondo come valvola di sfogo per i miei problemi personali. Non ne andavo fiero, ma in quel momento, talmente preso da tutto, ero semplicemente scoppiato, lasciando che il mio cervello si staccasse e iniziasse a lanciare commenti inadeguati, non veri, e soprattutto, dolorosi. Perchè avevo chiamato Malfoy mangiamorte, nonostante lui avesse rinunciato a tutto per la nostra causa, perchè avevo lasciato che la mia parte infantile, quella che rigettava tutto, prendere il sopravvento, nonostante il ragazzo, no, l'uomo davanti a me, cercasse solamente di aiutarmi.
    Avevo fatto un bel casino.
    Perchè lui voleva solamente essermi vicino, e io non l'avevo capito, avevo finto di non capire, finchè non era stato troppo tardi, e avevo perso tutto. Di nuovo. Ma questa volta non mi sarei fatto scappare l'occasione, non come con Ginny, quando ormai era troppo tardi per fare altro. Ero qui e potevo mettere le cose a posto, e ci sarei riuscito, anche a costo di camminare per tutto il Campo in mutande con scritto 'Malfoy Regna' sulla schiena.
    Ehm.. ora come ora..volevo solo sedermi in disparte mentre aspettavo che Cath tornasse..
    La voce un pò malferma, mentre la mano andava da sola a sistemarmi gli occhiali, un gesto che veniva automatico in momenti di nervosismo, anche se l'oggetto in questione era perfettamente al suo posto.
    Non era mia intenzione disturbarti.. ecco..
    Che fare? Scusarmi? Fare finta di niente? Accettare al sua proposta di ignorarsi a vicenda come avevamo fatto per tutti quegli anni?
    Scartai subito l'ultima, perchè non volevo che Malfoy smettesse di far parte della mia vita. Era vero, fino a poco tempo prima non ci eravamo praticamente mai parlati, tranne i saluti se ci incrociavamo per strada, o qualche piccolo dialogo di pure cortesia se proprio costretti. Ma negli ultimi mesi era cambiato tutto, e io non volevo perderlo.
    Restava solo la domanda di prima. Cosa fare?
    L'ultima volta potrei esser stato un pò troppo cretino..
    Non ero pronto a scusarmi, non in quel posto, e non in quel momento. Così preferii lasciare una via di fuga. Accennare che mi ero comportato da stronzo, ma moderando i termini.
    In quel momento mi resi conto che mi serviva una strategia, un qualche piano che mi permettesse di riavvicinarmi a Draco Malfoy.
     
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    Dra0co

    Non mi ero mai pentito della mia scelta fatta tanti anni prima, di lasciare ogni cosa, di condannare la mia stessa famiglia, piuttosto che diventare un assassino.
    Non era stato per niente facile, soprattutto all'inizio, quando tutti continuavano a guardarmi con sospetto ed odio.
    Ma piano piano le cose erano cambiate: la gente attorno a me si era abituata alla mia presenza, forse in modo un po' diffidente all'inizio, e quando grazie ai miei studi di Medimagia avevo salvato diversi di loro, fra cui molti senza speranza, la diffidenza si era trasformata in rispetto e gratitudine...
    Il fatto poi che due membri su tre del Golden Trio fossero la cosa più vicina a degli amici che avessi in quel Campo aveva sicuramente aiutato.
    Ed anche nei momenti peggiori iniziali, quando la gente continuava a chiedere che io me ne andassi dal Campo, quando ancora la ferita che tagliava a metà il Marchio Nero era fresca, fatta come prima cosa al mio risveglio al Campo, non mi ero mai lamentato, mai difeso da quelle accuse poco velate: ero conscio di quanto male avesse causato la mia famiglia, e se a certe persone serviva un capro espiatorio per sentirsi meglio, non avrei fatto nulla per privar loro di quel minimo conforto.
    Sicuramente i loro commenti mi avevano ferito, in parte, ma erano persone sconosciute, che in fondo avevano ragione, per cui me l'ero fatta scivolare addosso il più possibile...
    Ma sentire di nuovo quelle parole, dopo tanti anni in cui mi ero quasi ammazzato per cambiare, e soprattutto sentirle dalla bocca di Potter che nonostante tutto ossessionava da sempre i miei pensieri, beh quello sì che aveva fatto male.
    Perchè non ero più quella persona da tanto tempo.
    Perchè in fondo lui sarebbe dovuto essere il primo a capire che siamo il risultato di quello che ci viene fatto, che eravamo dei ragazzini in una Guerra più grande di noi in cui i nostri ruoli erano già stati decisi da altri...
    Ma in tutti quegli anni Potter non aveva capito, aveva solo ignorato il problema, mentre me l'ero fatta piacere, avevo accettato quel vuoto che sicuramente era meglio del veleno e delle accuse del giovane Grifondoro.
    Ma eravamo grandi ormai, e lui non sembrava esser cresciuto, troppo preso a piangersi addosso e a far continuare gli altri a prendere le decisioni per lui.
    Forse in fondo ero sempre stato innamorato dell'uomo che sapevo Harry sarebbe potuto diventare.
    Ma molto raramente la realtà coincide con l'immaginazione o la speranza.
    Io lo sapevo bene.
    Questo Harry, a tratti meschino e crudele almeno con me, assomigliava più a me da ragazzino piuttosto che ad un uomo che sa come portare sulle sue spalle un peso enorme ma nello stesso tempo capisce che non può farsi schiacciare.
    L'ultima volta potrei esser stato un po' troppo cretino...
    Cosa dovevano essere quelle? Delle scuse? Davvero?
    Era talmente infantile che non valeva neanche la mia rabbia, ma a quanto pare il mio cervello - o forse il cuore? - era più che felice di smentirmi e continuare con l'astio, anche solo come meccanismo di difesa.
    Wow.
    Queste sarebbero le tue scuse?
    Non sforzarti troppo Scarhead.
    Anche perchè davvero non me ne faccio niente delle tue scuse.
    Mi rendo conto che fra noi non scorre buon sangue, e mai scorrerà.
    Ma pensavo che fossimo entrambi degli adulti ormai.
    Che tu abbia usato gli errori del mio passato, errori cui ho cercato di rimediare in ogni modo negli ultimi anni, solo per ferirmi mentre ti stavo aiutando facendo solo il mio lavoro è abbastanza imperdonabile.
    Sono uno che le cose te le ha sempre dette in faccia, e non sono quattordici anni in più che cambieranno le cose.
    Che poi per una volta ho semplicemente detto quello che pensano un po' tutti ormai qui al Campo ma che nessuno ha avuto il coraggio di dirti.

    Alla fine sembrava questo il nostro destino, sempre questi i nostri ruoli anche se in teoria eravamo dalla stessa parte: ferirci, ripetutamente, a parole e non solo (e la cicatrice che avevo sul petto ne era la riprova), fino a distruggerci.
    Speravo solo che Potter finalmente capisse e lasciasse perdere, per il bene e la sanità mentale di entrambi.

     
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    Harry Potter


    harry_zps0bb7ce67
    Complimenti Potter! Merito il premio per peggior scusa del millennio.
    Non che avessi molte esperienza in scuse decenti, anzi più cercavo di pensare ad una scusa per bene più mi ritrovavo ad andare indietro nel tempo senza risultati.
    Oh beh, dovrei cominciare ad allenarmi un pò.
    Non che mi aspettassi subito il suo perdono, sapevo che me lo sarei dovuto sudare. Sapevo anche che non potevo costringere il biondo, sarebbe stato completamente controproducente.
    E mentirei se dicessi di non aspettarmi lo sproloquio che gli uscì.
    Però faceva male.
    Mi rendo conto che fra noi non scorre buon sangue, e mai scorrerà.
    Ouch.
    Una cosa che, per quanto strana mi sembrasse, non volevo succedesse.
    Ma pensavo che fossimo entrambi degli adulti ormai.
    Lo credevo anch'io, ma purtroppo buon sangue Grifondoro non mente, e non siamo di certo conosciuti per il nostro fantastico ragionare a mente fredda.
    Che tu abbia usato gli errori del mio passato, errori cui ho cercato di rimediare in ogni modo negli ultimi anni, solo per ferirmi mentre ti stavo aiutando facendo solo il mio lavoro è abbastanza imperdonabile.
    Errori che solo ultimamente avevo scoperto avesse espiato, aprendo gli occhi su un Malfoy veramente cambiato. Dopotutto ci avevo messo solo quattordici anni. Altro record infranto. 10 punti per me.
    Che poi per una volta ho semplicemente detto quello che pensano un po' tutti ormai qui al Campo ma che nessuno ha avuto il coraggio di dirti.
    Volevo dirgli qualcosa, rassicurarlo non fosse così, ma avrei mentito. Non era una cosa palese, ma nemmeno troppo sottile da notare. L'elefante nella stanza di cui nessuno vuole parlare.
    Così me ne stetti zitto, mordendomi la guancia e lasciandolo lanciarmi contro tutta la sua giusta rabbia. Avrei accettato, avrei compreso, e avrei fatto di tutto per farmi perdonare. Faccia contrita, spalle curve. Incassando ogni colpo e pensando ad una risposta.
    Ma uno sguardo alla faccia dell'uomo disteso davanti a me mi fece fermare. Non esce nulla di buono nel cercare di rinchiudere in un angolo una persona, specialmente qualcuno come Draco.
    Così aspettai, e alla fine, dopo una lunga pausa, feci uscire le parole con voce un pò tremolante.
    Capisco.
    Capisco come puoi sentirti, e so che è colpa mia.
    Ma so che quello che hai detto non è vero, non per tutti.

    Il 'me compreso' lo lasciai perdere. Mi sembrava troppo per il momento, così, senza perdere tempo, raccattai alla bellè meglio le stampelle (che giuro, avevano vita propria) e me ne andai il più velocemente possibile, zoppicando tra i letti. Avrei aspettato Cath da un'altra parte.
     
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