Party Time...Maybe

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    Elynn K. Connelly



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    Era una giornata calda, nonostante il tipico clima inglese, da sempre umido e piovoso, quell'estate aveva un che di torrido rispetto allo standard. Era un venerdì ed i M.A.G.O. erano finiti da pochissimi giorni. Aveva dato l'ultimo orale il mercoledì. Poi aveva passato le successive 24 ore in uno stato tra l'estasi e il trauma. Feste in Sala Comune, feste più private nelle sue stanze da caposcuola, ma pur sempre feste. Quella mattina lei e alcuni compagni erano scesi ad Hogsmede per fare un pranzo di conclusione. Avevano mangiato ai Tre Manici di Scopa e avevano bevuto parecchio. Avevamo riso, ricordato, ghignato e parlato del futuro. A quei discorsi Elynn aveva fatto finta di nulla e con una scusa si era dileguata.
    Perché lei del suo futuro aveva paura. Troppa.
    Così ora, si ritrovava a camminare lenta verso il parco. Indossava una veste color smeraldo lunga fino ai piedi e smanicata, di un tessuto impalpabile. Pareva seta. Ai piedi indossava un paio di sandali Di Laboutin abbinati dal tacco 10. Infine aveva una parure di oro bianco composta da un ciondolo a goccia e orecchini con due piccoli smeraldi incastonati. Al polso il solito bracciale, sull'avambraccio spiccava il tatuaggio col simbolo di famiglia. Era bellissima, quasi eterea.
    Vide che nella zona giochi c'erano dei ragazzini che correvano, così si portò in una parte più nascosta, riservata e intima. Puntò una panchina sotto una grande quercia e si sedette per poi accavallare le gambe con fare elegante.
    Si passò una mano nei capelli biondi che le ricadevano in ciuffi ribelli sul viso, mentre il resto era acconciato in uno cignon elaborato ma spettinato appositamente.
    Era sempre così perfetta e controllare da sembrare finta.. Eppure era la persona che più amava la lealtà e la verità, peccato che la sua vita fosse fatta di bugie continue.
    Sospirò. Era così stufa di tutto.
    Aveva eccelso agli esami, non che avesse dubbi. Ma sapeva anche che la cosa sarebbe all'orecchio del Lord e lui forse l'avrebbe contattata. Stava valutando l'opzione di andare a studiare negli Stati Uniti così da avere qualche tempo in più di libertà.
    Non voleva ritrovarsi a doversi schierare in favore di quel pazzo sociopatico... Ma forse era l'unica soluzione.
     
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    Troppo caldo, assolutamente troppo caldo!
    Ma porca Morgana, perchè non c'è un po' di quella magnifica brezza scozzese che farebbe gelare il culo anche ad un eschimese? Perchè deve esserci il sole? Mica siamo ai tropici!
    Ehi gente, scusate lo sfogo, ma dopo quattordici ore di Accademia, contando che mi sono dovuto alzare alle due del mattino, sinceramente il sole è l'ultima goccia... Il che significa, per i poveri idioti che ancora non lo sanno, che qualcuno, non so ancora chi, dovrà subirsi il mio "ottimo" umore.
    Ma prima... Caramelle! Assolutamente! Se no inizio direttamente a sparare maledizioni; e il mio istruttore dice che non è da bravi ragazzi...
    E io sono un posato e compito bravo ragazzo, lo giuro!
    Anche se su questa cosa delle maledizioni ci sono pareri discordanti: mio padre dice sempre "prima maledici poi parla".
    La realtà dei fatti è che sono troppo pigro per tirar fuori la mia bacchetta e concentrarmi, soprattutto dopo il mazzo che mi sono fatto oggi.
    Dal punto di Materializzazione raggiunsi Mielandia piuttosto in fretta, con quei pensieri divertenti in testa, a passo svelto e sicuro, ammirando quanto fosse bella e pulita Hogsmeade in quei tempi; non vedevi un Sanguesporco neanche a cercarlo e il panorama era sicuramente più bello senza tutto quell'inquinamento a rovinarlo!
    Come al mio solito saccheggiai il negozio, perchè una volta che si entra lì dentro secondo me è uno spreco non assaggiare e comprare qualunque cosa contenga zucchero negli ingredienti, ed uscii con il morale un po' meno incazzato, ma non poi così troppo...
    Volevo andare a casa, farmi un'altra doccia ghiacciata e poi buttarmi a letto con la mia innegabile grazia e dormire per i successivi due giorni di pausa dall'Accademia; anche se dubitavo che mia madre non saltasse fuori dalla Metropolvere se non l'avessi chiamata per dirle che ero ancora vivo.
    E' un tantino iper protettiva e con mia sorella fanno un'associazione a delinquere, ovviamente a mie spese!!!
    Comunque sia, la via più breve fra Mielandia e il mio appartamento era attraversare il parco e così feci, camminando e smangiucchiando allo stesso tempo, perchè io sono uno dei pochi uomini multi tasking esistenti sulla terra...
    Un po' dopo la metà del parco, voltando la testa verso la quercia gigantesca sotto cui avevo passato tutto il tempo a preparare gli esami di teoria dell'Accademia, notai una ragazza, seduta lì, che nella scala delle ragazze raggiungeva il livello di "bel bocconcino". Ma proprio bel! Proprio il mio tipo: fortunato me|
    E pensandoci bene, se non potevo maledire i passanti o spegnere il sole, magari un po' di flirt con annessa scopata poteva andare comunque benissimo per i miei poveri nervi. Perchè io ci tengo alla salute e odio lo stress!
    Mi avvicinai allora con passo sicuro, il rumore degli anfibi attutito dall'erba tagliata con cura; indossavo una maglietta nera aderente, a mezze maniche, un paio di pantaloni cargo sempre neri, che erano quelli dell'Accademia, gli anfibi, il solito laccetto e l'anello della mia famiglia.
    Praticamente una visione in nero ed argento e con quel sole i miei occhi diversi splendevano ancora più del solito... Io dico: come resistermi???
    Arrivata a pochi passi da lei, dal lato sinistro, probabilmente ancora fuori visuale, mi si accese una lampadina proooooprio luminosa: quella era Elynn-la principessina-Connelly!!!
    E c'erano pro e contro: probabilmente non sarei riuscito a portarmela a letto, ma mi sarei comunque divertito un sacco a dar il tormento a Miss Perfezione; la giornata non era proprio tutta da buttare!
    Aspettai di essere vicino a lei solo di un passo, camminando silenziosamente e solo a quel punto sfoderai il mio solito ghigno strafottente e addirittura le rivolsi la parola...
    Uomo magnanimo io!
    Ma dimmi se questa non è la piccola Connelly!
    Wow sei cresciuta dall'ultima volta!
    Una piccola principessa che diventa una regina...
    C'è quasi da commuoversi!

     
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    Elynn K. Connelly



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    Se gli occhi chiari osservavano il prato davanti a sé, il cervello di Elynn era altrove. Definire dove era relativo. Certo era che non si sarebbe accorta di un elefante in una cristalleria neanche fosse stato a 2cm da lei, figuriamoci di una presenza addestrata a fare piano. Per questo, quando la voce di un uomo la raggiunse, sobbalzò leggermente. Si voltò di scatto e le iridi chiare si scontrarono col corpo di un uomo. Un gran bell'uomo. Fasciato in una t-shirt che avrebbe dovuto essere considerata illegale e in un paio di pantaloni da urlo. Purtroppo però, quel corpo, aveva anche una testa, un gran paio d'occhi e un cervello rarefatto dalle manie di grandezza. Blake-sono figo e me ne vanto-Dolohov.
    Caratteristiche:
    - Ex compagno di scuola, diplomato tre anni prima di lei
    - Primo della classe, solo perché non era con lei nell'anno
    - Don Giovanni senza remore
    - Grande amatore (almeno da ciò che riferivano compagne arrapate)
    - Dark Auror
    - Dark Auror convinto.
    Oh era un gran bel fusto e lei, dovette ammettere, di averci fatto più volte un pensierino. Ma mai si per invischiata con uno così. Per Merlino, aveva avuto diversi amanti, ma un montato del genere era decisamente troppo, anche per lei.
    Tuttavia il sorriso strafottente le trasformò il voltò in un ghigno da serpe, che, sempre, l'aveva caratterizzata a scuola.
    Dolohov, quanto tempo. Vorrei dirti che è un piacere, ma sai che non mento mai. rispose con lo stesso tono a quell'essere che, da solo, riusciva a urtarle il sistema nervoso come solo uno stuolo di DA male addestrati avrebbero potuto fare. Notò il sacchetto di Mielandia e il ghignò aumentò. Un bambino, ecco cos'era. Un bambino con manie di morte e devastazione. Un bambino che, comunque, avesse avuto più sale in zucca, sarebbe stato un ottimo compagno di letto. Morgana che spreco. Addirittura Regina? Ti prego, chiamami Elynn, siamo amici no? aggiunse poi trasudando sarcasmo.
     
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    L'avevo proprio presa di sorpresa, sembrava così assorta in quel momento chissà in quali pensieri, in quale mondo... Addirittura sobbalzò quando le rivolsi la parola: un po' mi fece tenerezza e un po' mi fece ridere. Ovviamente scelsi di ghignare, perchè era solo la Connelly e poi Blake e tenerezza non stanno mai nella stessa frase!
    E comunque ogni sensazione empatica svanì appena la piccola milady aprì la sua boccuccia ben truccata e diede aria al suo cervellino sottovuoto: la simpatia proprio!
    Connelly, ma così mi ferisci!
    Misi in bocca un'ape frizzola presa dal sacchetto che tenevo fuori portata delle grinfie di quella megera sotto mentite spoglie, la degna conclusione di una giornata assurda. Che diavolo mi era venuto in mente??? Forse era l'astinenza...
    Con tutta la mia grazia ed il mio infinito charme mi accomodai sulla panchina vicino alla signorinella, ma non troppo, accavallando le gambe in modo che la caviglia destra fosse sul ginocchio sinistro, le braccia allungate sullo schienale: lo svacco totale insomma, ma con eleganza!
    Mmm no, Connelly andrà benissimo, non ci allarghiamo troppo.
    E poi non siamo amici io e te.
    Ma è vero anche che non siamo nemici.

    Il mio sguardo tanto particolare e quasi fanciullesco, che era rimasto puntato all'orizzonte e non su di lei, si indurì seguendo il ragionamento che stavo facendo... In quel momento sembravo solo la Recluta che si faceva il culo all'Accademia per guadagnarsi il lavoro sul campo, la Recluta che tutti chiamavano "Tabula Rasa" perchè quando passavo io nessuno rimaneva in piedi.
    I nemici sono altri.
    Lo capirai presto una volta fuori dalla scuola...

    Sì, la Recluta si era impossessata di me, ma la rimisi a cuccia, tornando ad avere quel mezzo sorriso storto e a smangiucchiare un zuccotto che mi faceva impazzire, soprattutto quelli nuovi che erano grandi il doppio!
    Benedetta Mielandia!
    A proposito: mio padrino mi ha detto che ieri sono finiti ufficialmente gli esami ad Hogwarts.
    Non dovresti essere a festeggiare o fare shopping o magari pensare al futuro?

    Non che io avessi mai davvero pensato al futuro; sapevo già da sempre cosa fare e come farlo: annientare quei fottuti perbenisti che mi avevano tenuto lontano da mio padre per ben sei anni, che lo avevano rinchiuso come un animale solo per aver fatto un favore al mondo!
    Aveva tolto dalla circolazione due Prewett, due traditori del loro sangue; avrebbero dovuto dargli una medaglia! Ma quei pensieri mi facevano troppo incazzare ed incazzato non ero una gran compagnia, ma soprattutto era venerdì, ero con una gran bella ragazza ed ero troppo stanco...
    Tutta sola? Davvero?
    Neanche un party?
    Una sbronza piccola piccola?

     
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    Oh quanta simpatia. Merlino come non lo soffriva. Il fatto che avesse un bel faccino trascendeva dal suo essere un insulso montato. Mosse la mano in risposta dei quelle frasi così di circostanza da essere banali. La cosa che la mandava in bestia maggiormente era che era un ragazzo davvero intelligente ma dalla parte sbagliata della barricata: come poteva essere così convinto della correttezza dei gesti di Voldemort?!
    Già i nemici. Mio caro Dolohov non sono così ignorante in merito. disse con un ghigno da serpe. In realtà, dentro stava trasudando odio verso coloro che gli avevano portato via i genitori, il suo nemico era e sarebbe stato sempre il lord Oscuro. Peccato fosse LEGGERMENTE fuori portata.
    Scostò leggermente la veste ed estrasse la bacchetta appellando a sé un pacchetto di sigarette alla menta. Con calma ne estrasse una e l'accese. A dirla tutta non era una grande amante del fumo ma in quel momento le serviva qualcosa per stendere i nervi. Non che la cosa ti riguardi, ma ti assicuro che ho festeggiato. spiegò mentre il ricordo delle feste si approfittava della sua mente. Il ghigno si allargò un po' diventando, inconsapevolmente, più sensuale quando la memoria volò alla compagnia di quel giovane compagno di casa, estremamente sexy, estremamente bravo, estremamente interessante. Forse non quanto Blake in realtà.. Ma non l'avrebbe mai ammesso neanche sotto Cruciatus!!!!
    Dolohov, tesoro, ti preoccupi per me? Che dolcezza. Comunque arrivo giusto giusto dall'ultimo pranzo in onore dalla fine degli studi. aggiunse mentre si voltava a guardarlo. Si prese un istante ad osservare quel giovane uomo che sedeva di fianco a lei, in una posa studiata tra il trasandato e l'elegante. Era, indiscutibilmente, bello. Il classico bello e tenebroso, bello e impossibile. Si disse che, dopotutto, un giro su quella giostra avrebbe anche potuto farlo, così tanto per passare il tempo. Dopotutto ora aveva un sacco di tempo libero! Scosse il capo e allontanò quei pensieri decisamente fuori dal suo standard. E, per tua norma e regola, le sbronze non sono piccole. O ci sono o non ci sono. Ma oggi eravamo in pubblico e non era il caso di dare il meglio di me ai Tre Manici. concluse con un ghigno decisamente divertito sulle labbra carnose.
    Fece un tiro dalla sigaretta e poi la fece sparire. Non aveva bisogno di quello. Aveva bisogno di risposte alle sue mille domande. Aveva bisogno di relax, di sereneità è, perché no, anche di qualcuno che la amasse. Certo aveva suo zio, ma non le bastava. Era un altro l'amore che voleva lei.


    Edited by ZiaVoldy - 27/12/2013, 17:11
     
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    Alle prime parole della ragazza seduta accanto a me, mi presi a schiaffi mentalmente; ovvio che lei sapeva chi fossero i nemici, dopotutto aveva perso entrambi i genitori per colpa di quei Ribelli insurrezionalisti che continuavano ad essere una piaga anche dopo quattordici anni.
    Erano come scarafaggi: tu ne uccidevi qualcuno, ma continuavano a crescere, proliferare; bisognava trovare il loro nido e schiacciarli una volta per tutte; ed io non vedevo l'ora di essere in prima fila per cancellarli dalla faccia della Terra.
    Mi spiace.
    Ovvio che sai chi siano i nostri nemici.
    Dopo quello che ti hanno fatto...

    Cosa? Cosa? Non guardatemi così!!! So anche non essere uno stronzo totale quando serve, sapete?
    Soprattutto quando si parla di famiglie, e ancora di più di genitori. Io ho dovuto aspettare sei anni per avere mio padre, ma Elynn non aveva neanche la speranza dell'attesa a cui aggrapparsi.
    I suoi genitori erano morti. Punto. Strinsi il pugno attorno al sacchetto di caramello pensando che quei SangueSporco avrebbero pagato anche quello. Parola mia.
    Ma non aggiunsi altro, perchè quelli non erano argomenti da post MAGO e poi rischiavo che la biondina sexy vicino a me scoprisse che da qualche parte avevo addirittura un cuore che batteva e che più che una Serpe ero un Leone quando si trattava di difendere le persone che facevano parte della mia vita...
    Sapete, la mia reputazione poteva risentirne, e sia mai!!!
    Fu Elynn a fornire il cambio di argomento, e più delle sue parole, mi bloccò quel suo sorriso saputo e palesemente post-sesso che intercettai con la coda dell'occhio prima che ricominciasse a parlare e a muovere quelle labbra che erano oggettivamente stupende.
    Peccato che dicessero stronzate e fossero attaccate alla Connelly. Che spreco! Anche se a quanto pare la nostra principessa era forse più una dama di corte a questo punto...
    Tresche e sigarette e riccioli biondi... Tris interessante!
    Non montarti quella tua testolina bionda!
    Mi preoccupo per la reputazione dei Figli di Salazar, tutto qui.
    E poi speravo che almeno il festeggiare ti avesse reso meno acida, ma forse chiedo troppo!

    Mi voltai verso di lei, con un sorriso impertinente stampato in faccia, facendole l'occhiolino con il mio occhio sinistro, quello azzurro.
    Sarei quasi curioso di vederti mentre dai il meglio di te.
    Anche perchè a vederti non sembri sufficientemente soddisfatta da questa giornata.
    E penso sia un peccato...

    Non stavo davvero flirtando con un obiettivo; era Elynn Connelly, una spina nel fianco, una principessina sexy, ma qualcuno da non portarsi a letto, non ero davvero così disperato!
    Solo volevo vedere fin dove sarebbe caduta prima di farla schiantare, lei ed il suo piccolo ego velenoso!

     
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    Elynn K. Connelly



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    Ovvio che sai chi siano i nostri nemici.
    Dopo quello che ti hanno fatto...
    Oh se solo avesse saputo. Probabilmente nella sua mente da perfetto DA i suoi genitori erano stati uccisi dai Ribelli. Oh certo. Con un Avada. Ma per piacere. Tuttavia non disse nulla e si lasciò trasportare verso quel cambio di argomento agognato.
    Era chiaro che forse, in fondo in fondo, anche lui avesse dei sentimenti ed un cuore, ma non era sicuramente un cuore che interessava alla biondina. In realtà, pensò tristemente, non le interessava il cuore di nessuno, nonostante avesse bisogno di avere qualcuno che le stesse accanto. Ma ammettere di essere deboli, almeno in un campo, non era cosa facile, soprattutto per lei. Lei tanto abituata ad essere sola. Lui se ne uscì con quella frecciata sui figli di Salazar e lei ghignò. Si divertiva quasi ed essere acida con quelli come lui. Lei che, in realtà, non lo era per niente. Lei era dolce, determinata, sarcastica, ma acida no. Ma, era chiaro, lui tirava fuori il suo peggio. Sono così dispiaciuta di aver deluso le tue aspettative, caro Blake. disse marcando volutamente il nome di quel giovane uomo, con un tono leggero, quasi tenero.
    Ammise con se stessa, ma solo con se stessa, che quando lui le fece l'occhiolino, un leggero spasmo allo stomaco lo percepì. Chissà come dovevano essere quegli strani occhi annebbiati di passione, torbidi e incontrollati. Eliminò velocemente quei pensieri e gli sorrise. Gli sorrise davvero, con malizia trasudata. Lui voleva giocare?! Voleva farla crollare come tutte le alte sue amanti?! Voleva vederla implorare come quelle ragazzine che, ricordava, lasciavano le scie di bava a scuola?! Certo lei era più giovane, certo lui era molto sexy, ma altrettanto certamente, lei sapeva come giocare. Giocava da meno tempo forse, ma aveva appreso le regole fin troppo in fretta. Non era una tipetta facile, tutt'altro, ma trovava estremamente divertente conquistare prede difficili. Trovava che fossero quasi prove d'intelligenza e astuzia. Dire che non sono soddisfatta non sarebbe la realtà. Forse non lo sono abbastanza. Trovi davvero che sia un peccato?! disse lo fissava negli occhi strani con i suoi ghiaccio, così profondi da sembrare finti Beh non è certo così facile gestire il meglio di me. Non è certo da tutti. conluse con un sorriso innocente mentre tornava a guardare verso il parco.
    Loro due i erano sempre mal sopportati, lui troppo arrogante, lei troppo regina. Il che non era poi tanto lontano dalla realtà. Era consapevole che lui non stava flirtando, anche se, forse, non gli sarebbe dispiaciuto, ma non ci avrebbe mai provato con una "acida e supponente" come la Connelly. Quindi l'unico motivo per parlarle così era farla capitolare. Oh si certo, le sarebbe piaciuto fare un giro in giostra con Blake, dopotutto era bello, aitante, sexy e intelligente. Ma non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione.
     
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    Sempre con la battuta pronta la piccola Connelly; sempre con la frase perfetta per avere l'ultima parola, per far sentire gli altri sotto di lei...
    Eppure tutte quelle frasi velenose, tutto quel sarcasmo non le tenevano compagnia, non la aiutavano a sentirsi meno sola. Perchè quella ragazza lo era, e profondamente, addirittura più di uno stronzo patologico come me...
    Almeno io avevo qualcuno di cui fidarmi, qualcuno con cui essere me stesso, ma ero quasi sicuro che per Elynn non fosse affatto così.
    E ciò era davvero molto molto triste.
    Poteva negare, poteva fare la splendida, ma sola l'avevo trovata su quella panchina in un giorno di festa e potevo scommetterci l'anima che anche in mezzo alla gente si sentisse profondamente sola.
    Mi chiesi, in quell'istante, mentre lei iniziava un gioco più grande di lei, quale gigantesco segreto nascondesse per isolarsi così tanto e così a lungo...
    E immediatamente, la figura di Elynn Connelly diventava qualcosa di molto più interessante, come un mistero da risolvere, un segreto da svelare, magari qualcosa di importante.
    Perciò le regole cambiavano: non era il gioco della seduzione quello cui volevo giocare, ma al gioco della fiducia; perchè se era semplice capire che Elynn avesse concesso il suo corpo a più di un qualcuno, era più che certo che non avesse mai concesso la sua fiducia.
    Ed io quella volevo!
    E se ci fosse stato qualche bonus, beh tanto meglio!
    Io non sono tutti, piccola Connelly.
    Penso di poter reggere il tuo meglio...
    Anzi, sai che ti dico?
    Offro io da bere, e vediamo che cosa sa fare Sua Maestà.

    No, portarmela a letto, quello proprio no!!!
    Farglielo credere e poi fare la figura del bravo ragazzo ingiustamente accusato di essere un puttaniere?! Oooh proprio sì!
    Forse lei sapeva giocare, ma aveva cominciato con il gioco sbagliato, aveva sfidato la persona sbagliata e parola mia, difficilmente sarebbe sopravvissuta a quella partita.
    Avrei ottenuto la sua fiducia, avrei carpito ogni suo segreto, le avrei sbriciolato il cuore e l'anima e poi l'avrei rimessa al suo posto come una bambolina rotta.
    E lei avrebbe imparato la lezione: mai sfidare Blake Dolohov se non vuoi farti male.
    E d'un tratto quella giornata non mi sembrava poi tanto da buttare via...

     
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    Probabilmente quel bel faccino di Dolohov non era abituato a donne con un cervello. Probabilmente il suo standard erano stangone bellissime che cascavano ai suoi piedi dopo due moine. Per Morgana santissima...
    Eppure qualcosa le disse di rischiare. Tanto, per male che potesse andare, avrebbe scroccato un paio di cocktail. Il che, attualmente, era completamente piacevole. Prese tra le dita un ciuffo di capelli sciolti e lo rigirò a boccolo. Bene. Un invito così tanto sentito non si rifiuta mai, Messere. ghignò sarcastica. Si lisciò una piega del vestito e si girò a fissarlo. Beh bello era bello. Forse, sotto sotto, aveva anche un cuore ed un cervello. Ma era tanto maestro da nasconderli, che la bella biondina si chiese cosa, oltre all'aspetto fisico, colpisse davvero di lui.
    A scuola aveva sentito diverse compagne vantarsi di esserlo portato a letto. Entusiasmante.
    Forse era solo stufa di avere a che fare con Dark Auror bene o male tutti uguali, con solo pazzia e estremismo in testa.
    Lei cercava qualcuno di diverso, qualcuno con cui condividere pensieri oltre che il letto. E, onestamente, i suoi pensieri, erano tutt'altro che positivi per persone così. Bene, dove mi porti? chiese poi con un mezzo sorriso.
     
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    Non che mi avesse sfiorato neanche l'idea che lei rifiutasse il mio invito, ma quando accettò, sempre con quell'aria di farti un grande favore, ghignai spudorato e pericoloso...
    Dove portarla? Semplice: nel locale che più preferivo, che di solito era il mio santuario lì ad Hogsmeade, dove non c'era gente che rompeva o ragazzine urlanti alla ricerca di un buon partito, dove entravi solo se eri amico di oppure facevi parte dei D-Auror. E guarda caso io lo ero e il proprietario era anche un mio ex compagno di Hogwarts e mi teneva sempre un piccolo privè con su scritto il mio nome.
    Avrai l'onere di entrare al Calypso, Milady.
    E pazienza se era ancora troppo presto per l'aperitivo; voleva festeggiare? E avrebbe festeggiato e magari le si sarebbe anche sciolta la lingua...
    Mi alzai con un unico fluido movimento, aspettando che lei facesse lo stesso e approfittando dell'occasione per ammirarla ancora una volta. Bella era bella, forse sopra la media, ed avrebbe alzato il valore della mia collezione sicuramente; se solo non fosse stata tanto indisponente, ci avrei addirittura fatto più di un pensiero e non solo per un'unica botta... Sarebbe stato un vero spreco!
    Seguimi, non è lontano.
    Ed infatti dopo solo una manciata di minuti di camminata piuttosto silenziosa arrivammo alla porta del locale dove Jeremy, con un cenno del capo in mia direzione, ci fece passare. Da bravo galantuomo, aprii la porta con un sorriso storto e un mezzo inchino, aspettai che entrasse in tutta la sua principesca eleganza poi la seguii all'interno del locale.
    Mentre la guidavo verso il mio solito privatissimo tavolo, feci un cenno di saluto a Mike, il proprietario che stava parlottando con una delle cameriere vicino al bancone e lui rispose con uno stupido sorriso da sempliciotto, come al suo solito.
    Arrivati al tavolo, aspettai che si sedesse e poi feci lo stesso stirando le labbra in una sorta di ghigno di sfida che sarebbe stato troppo perchè lei non raccogliesse la provocazione e cadesse nella rete.
    Benvenuta al Calypso, mia cara.
    Ai tavolini del privè basta mormorare il nome del drink e quello arriva...
    E mi raccomando: dai il meglio di te!

     
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    Il Calypso. Interessante scelta. Lo conosceva di nomea. L'avevano invitata un paio di volte, ma aveva glissato per via dei mittenti. Non era un posto in cui andare con certi elementi. Non che Blake, in realtà, fosse tutto sto fenomeno.
    Tuttavia sorrise e si alzò seguendolo con passo cadenzato, elegante e sempre controllato, vero il luogo di quello pseudo appuntamento, se così si poteva definire.
    Il Calypso era bello, estremamente ricercato, assurdamente di suo gusto. Aveva fatto bene ad aspettare per recarvisi, o si sarebbe rovinata la sorpresa di quel posto a causa di compagnie poco apprezzabili.
    Vide Blake andare verso il privè e gli andò dietro.
    Prese posto con classe ed accavallò le lunghe gambe, mentre una leggera porzione di pelle rimane scoperta all'altezza del ginocchio, forse poco più su.
    Andò con le mani verso i capelli e sciolse l'acconciatura, facendoli ricadere morbidi sulle spalle.
    Grazie, darling. rispose gentile con una luce diversa negli occhi cristallini. Vodka Lemon, grazie. sussurrò con le labbra morbide in direzione del nulla.
    Un istante dopo un bicchiere con il liquido richiesto, ed una cannuccia verde scuro, fece la sua comparsa sul tavolo. Elynn lo prese tra le mani lo alzò di poco. A cosa brindiamo? chiese poi con occhi tra il divertito e il ghignante, in direzione del suo compagno.
    In quel momento la mente della biondina era spezzata in due. Da un lato la voglia di sentire su di sè le labbra di quel dannato bastar*o era forte, dall'altra era consapevole che con uno come Blake, così accecato da ideali assurdi, non avrebbe avuto nulla se non, forse, una botta di vita. Il che non era prettamente disprezzabile, ma neanche propriamente raccomandabile.
    Non si era mai reputata, e mai l'avevano fatto gli altri, una facile, ma semplicemente una ragazza con dei desideri, dei bisogni e delle voglie. Qualsiasi esse fossero erano questioni private.
    Dolohov, però, la intrigava. Peccato per il cervello annebbiato. Peccato davvero.
     
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    Vodka Lemon. Ovvio, acido come lei.
    O forse no. Perchè Elynn sembrava quasi più rilassata ora che eravamo al Calypso, a bere come vecchi amici, anche se proprio quella era l'ultima definizione che potevamo condividere... Ma neanche nemici, in realtà.
    Semplicemente ci detestavamo amabilmente, il che aveva reso i miei anni di scuola meno noiosi e forse, un giorno, l'avrei ringraziata per questo... Forse.
    Per me, un White Russian.
    Un cocktail dolce. Come me.
    E non commentate!
    Dunque... Brindiamo alla piccola Elynn che è diventata grande.
    Brindiamo alle scelte per il futuro.
    E permettermi di brindare ai tuoi occhi, che mi costa ammetterlo sono magnifici.

    Vedete?! Dolce! Io sono dolce, se serve! Mai lecchino, mai bugiardo! Dopotutto quegli occhi erano davvero splendidi, era un dato di fatto.
    Feci tintinnare i due bicchieri e bevvi un generoso sorso del cocktail, proprio quello che ci voleva per una giornata folle come quella.
    Il piercing che ornava la mia lingua tintinnò leggermente a contatto col bicchiere e si ghiacciò a contatto con i cubetti, una sensazione strana anche dopo anni che portavo quella barretta di metallo argentato.
    Un colpo di testa di un Blake sedicenne, che a mio padre non era molto piaciuto; ma io lo adoravo, era il mio segno distintivo, insieme agli occhi, ed era un ottimo antistress...
    E sì, piccoli pervertiti, era anche molto, molto erotico!

     
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    Elynn K. Connelly



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    White Russian VS Vodka Lemon.
    Fece tintinnare l suo bicchiere e sorrise, per la prima volta in quella strana giornata sorrise sincera. Grazie Blake. disse solo mentre cozzava i suoi occhi, in effetti molto belli, con quelli strani e un po' assurdi di lui. Era innegabile che quelle due pozze bicolore avessero fatto molte vittime.
    Portò la cannuccia alle labbra e tirò su un po' di bevanda. Non che volesse essere maliziosa, anche perchè sarebbe tragicamente caduta nel volgare, ma forse un piccolo colpo alla sicurezza del moro l'aveva dato. Forse. Non che le interessasse poi. Forse.
    Il liquido fresco cozzò con la sua bocca calda e venne inghiottito con piacere. Oh si, ci voleva.
    Solo allora notò il piercing del giovane DA che aveva davanti. Un piercing sulla lingua. Interessante. Bel gioiello. aggiunse mentre con un'occhiata un po' prolungata si soffermava sul luccichio tra i denti di Dolohov. Mi stupisce che un tipo come te ne abbia uno. disse ancora con leggerezza mentre trangugiava un altro po' di bevanda.
    Oh era buona. Fresca, saporita... L'alcool non si sentiva. L'avrebbe percepito dopo. Forse quella sera, con un bel mal di testa. Ma chissene! Dopotutto doveva festeggiare! Maledizione aveva superato i MAGO, in modo brillante, era bella, ricca, desiderata e intelligente. Di che cosa diavolo poteva lamentarsi. Ok forse una lista poteva ancora farla.
     
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    Sembrava che Elynn si stesse quasi sciogliendo, lentamente, ma con costanza. E a quanto pare ero riuscito ad attirare la sua attenzione con quella sbarretta di acciaio cui ormai nessuno faceva più caso, perchè era qualcosa di così scontato. Blake ha un piercing... Sì e allora dove è la novità? E' un coglionazzo che si è bucato la lingua per dimostrare qualcosa, niente di nuovo signori miei!
    Ma a quanto pare per la biondina era una novità e sembrava interessarle parecchio visto come era rimasta imbambolata a fissarlo finchè non fu nascosto di nuovo nella mia bocca.
    Che fosse davvero tanto facile? Forse... Sicuramente aiutava.
    Presi un'altra sorsata di cocktail, più lentamente... Un altro tintinnio leggero, il ghiaccio sulla lingua, il piercing che usciva e rientrava lentamente mentre passavo la lingua sulle labbra con leggerezza, senza volgarità, in un gesto quasi inconsapevole.
    Un tipo come me?!
    Sorrisi curioso, mentre un sopracciglio si alzava incuriosito da quella frase; ero proprio curioso di vedere cosa avrebbe risposto la ragazza davanti a me... Sicuramente una cattiveria, perchè ormai era chiaro cosa pensasse del sottoscritto.
    Finii l'alcolico in un'altra sorsata; non ero uno di quelli che si metteva a decantarli, ma che se li gustava e amavo la sensazione dell'alcol che ti scalda lo stomaco e ti annebbia il cervello in modo tanto piacevole.
    Se solo non fossero esistiti i postumi!
    Un Black Absynth.
    Il bicchiere vuoto scomparve e al suo posto comparve un piccolo bicchierino pieno di un liquido nero e fortissimo; 85% di gradazione alcolica e di pura euforia.
    Di solito non mischiavo, di solito non ero tanto avventato nel bere, dato che quel semplice bicchierino stendeva gente più grossa di me, ma se volevo che lei giocasse, e rilanciasse, mi toccava puntare forte per primo e contare sul suo spirito di competizione...
    Davvero un vodka lemon è il tuo meglio?
    Sorrisi, anzi ghignai storto facendo intravedere il luccichio del piercing, sapendo con sicurezza che Elynn non avrebbe resistito a quella provocazione; era proprio come me...

     
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    Elynn K. Connelly



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    Con un paio di sorsi finì il cocktail e il bicchiere sparì. Aveva voglia di conoscere quel ragazzo, ma non poteva permettersi di farlo. Era decisamente ad un punto morto.
    Un tipo così sempre perfettamente controllato. Un piercing, come un tatuaggio, è un gesto di ribellione. disse a mo' di spiegazione. Lei ne era un'altra prova. Il suo notevole tatoo sul braccio dimostrava che, in quello, la pensava esattamente come lui. Che non fossero poi così diversi?!
    Lui che, seguendola, finì il drink ordinandone un altro. Molto più forte. Per poi sfidarla con gli occhi e poi con la voce.
    Quella voce che, in altri contesti sarebbe stata estremamente sensuale.
    Assenzio per favore.. E comparve un bicchiere piccolo, riempito a metà del liquido verde chiaro, sormontato da un cucchiaino forato e una zolletta di zucchero che iniziò a sciogliersi lentamente, mentre l'acqua, arrivata magicamente, lo solleticava. Gli occhi tornarono sul ragazzo che aveva davanti e il sorriso le illuminò anche gli occhi, per una volta. Non hai neanche idea di quanto possa essere interessante il meglio di me aggiunse con sguardo limpido, assolutamente sincero.
    Perché era vero.
    Loro non si conoscevano, probabilmente non si sarebbero mai conosciuti davvero, eppure quel giovane uomo che solleticava le labbra con quell'astina di metallo in modo inconsapevole, la attirava. certo non era così facile da ammettere... Però forse l'alcool poteva arrivare dove lei e il suo cervello lucido, non osavano.
     
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