Incontri lavorativi.

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    Sophia A. Zabini



    Amava il suo lavoro, lo amava tanto, nonostante i rischi che ogni giorno correva per proteggere quei mezzi disgraziati dei suoi allievi. Ma nessuno le dava più soddisfazione di quei diavoli. CHi più chi meno, tutti avevano un posto nel cuore della donna, sia coloro che avrebbero intrapreso la carriera prefissata che le poche eccezioni.
    Sophia entrò in sala professori con passo veloce, mentre la veste blu notte, scollata a barca e dalle maniche lunghe a pipistrello, svolazzava per l'aria che si sentiva nei corridoi. Varcando la soglia sospirò e lasciò cadere compiti e scartoffie sul grande tavolo. Aveva doppio lavoro a causa della mancanza del docente di Duello. Il vecchio professore era morto di vecchiaia (si diceva) ed il sostituto non era ancora arrivato. Si lasciò cadere sulla sedia e sbuffò. Erano quelli del sesto anno e vedeva delle cavolate eccezionali. Sì che il duello non era una materia teorica, ma scrivere che si poteva vincere solo usando le Senza Perdono la faceva arrabbiare. Arrabbiare e rabbrividire in realtà. Quei ragazzi erano piccoli essere addestrati a combattere. Praticamente carne da macello. Ma non poteva scomporsi. Non pubblicamente almeno. All'ennesimo "Le MSP sono le uniche magie che consento di battere un avversario" scarabocchiò una T e buttò la pergamena su una pila a sinistra. Avremo una serie di guerrieri imbecilli che scagliano Cruciatus come se fossero caramelle. Bene. sbottò decisamente alterata. Si appoggiò allo schienale e iniziò a giocherellare con l'anello d'oro bianco che aveva al pollice, era un ottimo anti-stress.
     
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    davidnome_zpsed07a53b

    Nuovo giorno, nuova vita per il sottoscritto.
    Insegnante ad Hogwarts e Mangiamorte... E se per il primo cambiamento ero più che contento, il secondo era stato un fulmine a ciel sereno, un fulmine necessario però; non avrebbero toccato Elynn finchè fossi rimasto vivo.
    E così come premio per la mia immensa dedizione alla causa avevo ricevuto quella carica, quel posto vacante a causa di un professore morto di vecchiaia... A quarantadue anni.
    Trasferire ogni cosa dagli States e da Edimburgo e farlo senza far notare nulla ad Elynn era stato lungo e faticoso anche per un mago, perciò ero arrivato all'oscuro Castello ormai dopo diversi giorni dalle vacanze di Pasqua.
    Dopo essermi sistemato, mi diressi verso la Sala dei Professori, giusto per provare a capire che aria tirasse e soprattutto vedere gli appunti del defunto prof per capire come organizzare le lezioni e dare a quei ragazzi una speranza di sopravvivenza.
    La classe di Duello avevo... Cioè la parte clou dell'addestramento di ragazzini pronti a combattere per uno schizzato psicotico.
    Entrai giusto in tempo per intercettare una frase che prometteva meraviglie, detta da una donna che beh lei si che prometteva letteralmente meraviglie!
    Ma non era quello il momento di pensarci!
    E noi questo non possiamo permetterlo, immagino.
    Mi scostai dalla porta dove ero rimasto qualche secondo appoggiato con una spalla e mi feci avanti tendendo la mano a quella donna che avevo distratto dai suoi pensieri.
    Salve. Sono Mc Neil, David Mc Neil. Il nuovo docente...
    Grazie di essersi presa carico delle mie incombenze mentre non c'ero.

    Un mezzo sorriso, di quelli non calorosi ma neanche distanti... Era bella, ma era sempre una Mangiamorte ed io li odiavo tutti; ma ero nella tana del lupo, quindi meglio essere cortese, ma invisibile.

     
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    Sophia A. Zabini



    Avrebbe dato tutto l'oro del mondo per liberarsi di quel governo di pazzi, comandato da un folle, eppure era li, a correggere i compiti che LUI voleva fossero assegnati. Ma lei era diversa. Di lei, Voldemort, si fidava. Lei poteva rischiare. Ed infatti spesso insegnava cose che andavano al di là delle scienze oscure. Ma non bastava, non sarebbe mai bastato. La sua pazienza era giunta al culmine quando si sentì rispondere da una voce sconosciuta. Si voltò di scattò osservando l'uomo che si trovava sulla porta della Sala Professori: era bello, da togliere il fiato, ma di una bellezza dura, quasi cattiva. Un nuovo acquisto, probabilmente. Preferirei avere allievi ignoranti che combattenti incoscienti. disse solo. Lo osservò meglio. Non aveva idea di chi fosse ed infatti quando lui si presentò rimase piacevolmente colpita. Oh benvenuto Mr Mc Neil. E' un piacere averla qui. salutò cortese. Quel nome le diceva qualcosa ma non riusciva a collegare. Sophia Zabini, docente di Arti Oscure. si presentò. Spesso si chiedeva perchè i mangiamorte fossero quasi tutti così affascinanti, dannazione. Prese i compiti che stava correggendo e li spostò verso di lui. Prego... Dia pure un'occhiata.
    aggiunse. Si alzò e andò al bancone versando due bicchieri di succo di zucca. Essere ubriachi mentre si correggevano dei compiti non era il massimo. Ne porse uno a lui e tornò al suo posto.
     
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    davidnome_zpsed07a53b

    Dovevo aver spaventato la donna in Sala Professori, perchè alla mia voce si era girata di scatto, sorpresa, anche se non aveva mostrato emozioni sul suo viso.
    Addestramento da Mangiamorte probabilmente... Bah.
    Sembra che qui le due cose debbano coincidere.
    Perchè un allievo ignorante era più facile da convincere, da manovrare, da usare come carne da macello, come fanteria a buon mercato in caso di insurrezioni o di attacchi. E quelle morti avrebbero anche poi fatto infuriare l'opinione pubblica, portando l'acqua al mulino di Voldemort.
    Però mi resi conto che la mia frase era facilmente fraintendibile, così continuai con nonchalance ed un sorriso che era quasi un ghigno, ma non così cattivo.
    Intendo combattenti ed allievi coincidono, tolti gli aggettivi che ha detto lei, quelli sarebbero da evitare!
    Ascoltai educatamente la donna che si stava presentando sostenendo lo sguardo che mi stava studiando come se fossi una rara specie di qualche animale leggendario, ma per sua sfortuna non ero tipo da imbarazzarmi o abbassare gli occhi. Mai e poi mai!
    Miss Zabini, la sua fama la precede... Dunque lei è colei che deve renderli meno ignoranti e io quello che deve farli diventare meno incoscienti.
    Sembra proprio che lavoreremo a stretto contatto.

    Conoscevo la Zabini davvero per fama, o meglio da due campane completamente opposte: da una parte era l'algida Mangiamorte senza scrupoli, rigida ma comunque corretta e molto intelligente, tanto perfetta da avere la fiducia del Lord; dall'altra era la professoressa gentile e deliziosa che la mia figlioccia mi descriveva nelle nostre lunghe chiacchierate al maniero in Scozia.
    Probabilmente Sophia non sapeva chi fossi o comunque non aveva fatto menzione; per quanto riguarda me, quella donna mi affascinava come persona, e come rebus da risolvere. Forse poteva essere addirittura un'alleata ed io avrei usato chiunque per tenere Elynn al sicuro.
    Hector e Beatrice avevano dato la loro vita ed io non sarei stato da meno.
    Prego... Dia pure un'occhiata.
    La sua voce mi riportò al presente, così mi avvicinai sedendomi e dando una lettura sommaria a qualche risposta qua e là, rimanendo completamente basito, per non dire scioccato o addirittura schifato...
    Merlino, ma è uno scempio!
    Ma cosa insegnava il professore prima di me?
    Essere in pace non significa certo potersi adagiare sugli allori e non preparare le generazioni future in modo consono!

    Bah, pace... Bah, preparare...
    In realtà non volevo che semplicemente sprecassero la loro vita per una causa folle, ma questo non potevo dirlo apertamente, non con una fedelissima di Voldemort a tre passi da me...
    Beh in realtà a mezzo passo, perchè si era avvicinata a me porgendomi un bicchiere di quello che sembrava succo di zucca, bevanda che mi riportò indietro con gli anni.
    Grazie mille, Miss. E' tantissimo che non bevo succo di zucca.
    Negli States non era così popolare e stavo davvero poco in Scozia e di certo non bevevo succo di zucca... No, non sono un alcolizzato! Ma preferisco altre bevande al succo arancione smorto che qui in Inghilterra amano tanto!
    Sono pur sempre americano!

     
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    Sophia A. Zabini



    Ascoltò le parole dell'uomo e rimase colpita dalla sua prima frase, anche se venne prematuramente corretta. L'algida Mangiamorte che risiedeva in lei però, non modificò lo sguardo. Fosse per me vorrei solo degli allievi, in realtà Almeno fino alla fine del settimo anno. disse semplicemente mentre sorseggiava il succo che si era versata. Lo osservò con attenzione, senza preoccuparsi di risultare invadente. Voleva proteggere i suoi allievi, e qualsiasi nuovo seguace dell'Oscuro era un pericolo per loro. Ho addirittura una fama che mi precede. Mi sento lusingata. rispose abbozzando un sorriso educato. Probabilmente aveva sentito storie non troppo promettenti da parte di qualche collega invidioso. Sono certa che lavoreremo insieme in modo migliore rispetto al passato. Ho provato molte volte a proporre lezioni di compresenza con l'ex docente ma sono sempre state rifiutate. spiegò seria, ripensando all'insegnante. Era abbastanza vicina da sentirne il profumo muschiato, ma non troppo da risultare fastidiosa. Era sicuramente un uomo affascinante, ma non si sarebbe certo messa in situazioni imbarazzanti con un collega. Non l'aveva mai fatto e non avrebbe certo iniziato ora. Quando lui sbottò colpito dai compiti scosse il capo ed alzò le spalle. Evidentemente insegnava ciò che voleva, non ciò che doveva. sentenziò severa pensando a cos'aveva letto poco prima. Tuttavia la frase sulla "pace" e sul "preparare" non le piacque molto, ma certo non poteva darlo a vedere, era pur sempre una Mangiamorte, e non una qualsiasi. Annuì e bevve ancora un po' di succo. Le piaceva il gusto dolciastro che le lasciava sulla lingua, così fresco e semplice da ricordare casa. Casa.... Quale casa poi? Pensò per un istante a Severus e a Catherine, che ogni mattina cercavano di farglielo avere come colazione, quando alloggiava da loro e, impercettibilmente, sorrise. Si ricompose e tornò a guardare il nuovo ospite del castello. Io lo trovo decisamente ricostituente durante la correzione di certi compiti.... Ed io è una vita che non mi sento chiamare Miss. aggiunse infine con un sorriso un po' meno tirato. Quel David aveva un non-so-che di estraneo, eppure era certa di aver già sentito quel nome. Dove?!
     
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    davidnome_zpsed07a53b

    Era una donna che non riuscivo ancora ad inquadrare: cortese, ma non solo in apparenza, nessun segno di follia o manie di potere, una calma studiata che nascondeva il suo vero io...
    Era facile riconoscerne i segnali, erano gli stessi che vedevo io allo specchio quando dovevo recitare questa parte; solo che non sapevo se semplicemente fosse una Mangiamorte equilibrata oppure qualcosa di più, e sicuramente fra le mura dell'Oscuro Castello non avrei visto il suo vero volto.
    Oh ma io non parlo della solita fama, Miss Zabini...
    Ma se vuole saperne di più le toccherà venire a cena, con me.
    Così potremo anche parlare del nuovo programma didattico, d'altronde le nostre due materie sono complementari ed io non sono idiota come il professore precedente.

    E soprattutto avrei potuto cercare di capire il rebus che era Sophia Zabini fuori dalle mura controllatissime del Castello e poi decidere cosa fare e cosa dire. Avevo un ottimo istinto, eppure lei era talmente perfetta, talmente glaciale che quell'istinto non funzionava.
    C'era però da chiedersi se non fosse troppo perfetta...
    Ed io è una vita che non mi sento chiamare Miss.
    Sorrisi spostando lo sguardo dai compiti alla donna accanto a me, studiandola come lei prima aveva fatto con me, rimanendone affascinato, non per la sua indiscussa ed algida bellezze, ma per quel qualcosa che non riuscivo ad identificare, ma che sembrava tanto speranza o qualcosa del genere.
    Volevo solo essere gentile e formale come piace a voi Inglesi. E poi su di lei l'appellativo Miss sta divinamente. Ma se preferisce essere chiamata in un altro modo non ha che da chiedere...

     
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    Sophia A. Zabini



    La stava studiando, osservando e valutando. Chissà perchè poi. Ma quando pensava di avere a che fare con un collega come un altro, solo molto più fascinoso, lui la stupì con quell'invito a cena. Era formale, ovviamente, ma sembrava anche una richiesta di conoscenza. Di lavoro potevano parlare li, dopotutto, ed invece lui le chiedeva di uscire. Sorrise, con garbo e un accenno di curiosità negli occhi. Perchè no. Cambiare aria non fa mai male. E si parla meglio davanti ad un calice di buon vino che di fronte ad un succo e con il vociare degli studenti. rispose. Sapeva che doveva stare attenta, o la sua messinscena del fidanzato francese sarebbe saltata e lei avrebbe dovuto studiare un'altra scusa credibile per fuggire spesso dal castello e tornare a "casa". Ma sarebbe stato un incontro di lavoro, semplicemente non noioso e banale. Quando poi si voltò a guardarla alzando gli occhi dai compiti, Sophia fu trafitta dall'azzurro di quelle iridi perfette. Dovette trattenersi e mantenere uno sguardo tranquillo, freddo e cortese, il solito. Oh no, mi piace molto. Molto inglese, in effetti, e proprio per questo quasi sconosciuto per i nostri galantuomini. La ringrazio, anzi. concluse.
     
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    davidnome_zpsed07a53b

    Avevo puntato sulla curiosità e effettivamente aveva funzionato; la sua risposta fu cortese, formale, ma si vedeva che quella richiesta l'aveva sorpresa abbastanza da abbassare la guardia per un frammento di secondo in cui avevo intravisto uno scintillio in quegli occhi splendidi.
    Sono felice che abbiate accettato. E dato che devo mettermi in pari il prima possibile, ha impegni stasera? Perchè se è libera approfitterò della sua gentilezza e per sdebitarmi le offrirò una cena magnifica in un posto stupendo.
    Sì, un posto stupendo e il più sicuro per me: il grande Maniero ad Edimburgo era ben protetto da occhi e orecchie indiscrete ed era meraviglioso soprattutto in questo periodo dell'anno.
    E poi fa sempre bene giocare in casa...
    Ma si figuri, Miss.
    La cortesia è il minimo, e poi lei è la prima a non apostrofarmi come "l'americano", quindi ho un debito di gratitudine nei suoi confronti.

     
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    Sophia A. Zabini



    Sorrise gentile ed annuì, prima di svuotare il bicchiere di succo di Zucca. Direi che stasera sono libera. Sono particolarmente curiosa di vedere dove ha intenzione di portarmi. aggiunse con un ghignetto divertito. Quell'uomo aveva qualcosa di misterioso e affascinante ma non poteva permettersi di abbassare la guardia. Era una spia, non una persona qualsiasi. Rischiava di mandare al diavolo anni di lavoro e la sua vita in aggiunta. Mi devo vestire in qualche modo particolare? il sottotesto era ovvio. Poteva indossare una semplice veste o si sarebbero mimetizzati tra i babbani?! C'è ancora qualcuno che la chiama "l'americano"? Che amarezza... aggiunse scuotendo il capo con rammarico, anche se il viso era tutt'altro che triste. Mi aspettavo un "il belloccio americano": sarebbe stato meglio.... concluse un po' divertita.
     
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    davidnome_zpsed07a53b

    Non ero sicuro che la donna davanti di me avrebbe accettato, ma lo fece con un tocco di nonchalance condito da quello che sembrava genuino divertimento e ovviamente molta, molta curiosità.
    Perfetto allora. La passo a prendere nel suo ufficio alle otto. Se per lei è ok possiamo usare il suo camino e solo allora saprà la destinazione.
    Sorrisi affabile ma in modo genuino, dopotutto la mentore della mia figlioccia incuriosiva me tanto quanto io incuriosivo lei.
    Per l'abbigliamento come preferisce. Sicuramente non ci saranno babbani impiccioni di cui doversi preoccupare.
    Ecco invece quel ghigno appena spuntato sulle mie labbra non era proprio genuino: in fondo non avevo nulla contro i babbani e sinceramente trovavo i maghi molto molto più impiccioni ed ansiosi dispensatori di consigli non richiesti.
    Belloccio americano eh?! Questo mancava alla mia vasta collezione di appellativi, ma devo dire che è quello che preferisco, soprattutto se detto da una splendida inglese come lei, Miss.
    Che poi splendida era riduttivo...

     
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    Sophia A. Zabini



    Sorrise ed annuì alla spiegazione dell'uomo affascinante che aveva davanti. Allora l'aspetterò impaziente di conoscere questo luogo misterioso e accattivante. disse con un ghignetto divertito. Aveva un sorriso limpido, quasi estraneo ai visi dei Mangiamorte a cui era abituata a scuola. Ma era straniero e ancora poco ambientato nell'oscuro castello probabilmente. Bene, allora posso azzardare mettendomi la veste color fucsia che mi regalarono qualche anno fa. aggiunse strizzando l'occhio con divertimento. Quando la parola "babbani" era comparsa su quelle labbre perfette, non uscì come un insulto, ma più che altro come una constatazione. Dire che era stupita era quasi scontato. Eppure dal suo viso perfetto non trasparì nulla se non semplice ed educata gentilezza. Poi arrivò quel velato (neanche troppo) complimento e se non fosse stata più che allenata a fingere, recitare e calcolare le reazione sarebbe probabilmente arrossita. Era abituata ad avere uomini intorno che la squadravano, ammiravano e corteggiavano, ma l'americano davanti a lei sembrava... sincero... slegato da quello che le convenzioni di quel mondo in cui risiedeva, imponevano. Lei è davvero troppo buono e galante. Forse non mi conosce ancora abbastanza. concluse con un sorrisino mentre portava involontariamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
     
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